Il metodo Gentle Care nell’assistenza alla demenza, per una vita migliore !

La demenza rappresenta la quarta causa di morte nella popolazione anziana, ma che cos’è? E’ un disturbo acquisito e con base organica delle funzioni intellettive che sono state in precedenza acquisite: memoria, (a breve e lungo termine) e almeno una tra pensiero astratto, capacità critica, linguaggio, orientamento spazio temporale, con conservazione dello stato di coscienza. La malattia di Alzheimer, come già trattata in un precedente articolo (Che cos’è la demenza) è una sindrome a decorso cronico e progressivo. Nel complesso è affetto da demenza oggi circa il 5% della popolazione over 65 anni, ma addirittura il 30% degli over 85. L’incidenza è compresa tra l’1 e il 5 per mille della popolazione generale, e tra l’1% e il 24% negli anziani e negli ultraottantenni. Il fattore di rischio principale pare dunque essere l’età, seguita dal sesso (le donne parrebbero più colpite da demenza rispetto agli uomini), ma questo dato è considerato controverso, stante la maggiore attesa di vita per le donne. Il morbo di Alzheimer rappresenta la causa più comune di demenza nella popolazione anziana dei paesi occidentali.

Il rischio di contrarre la malattia aumenta con l’età, non si tratta tuttavia di una malattia che colpisce i soli anziani, esistono infatti casi sporadici di persone che possono presentare un esordio precoce della malattia prima della quinta decade di vita. Numerosi studi testimoniano che la progettazione e la gestione adeguata degli ambienti per le persone affette da demenza di vita riduce drasticamente i problemi del comportamento quali l’agitazione, l’aggressività, il girovagare e rallenta il declino delle capacità funzionali, promuovendo così il benessere della persona e diventando così elemento “terapeutico”. La cura gentile o Gentle Care è un modello elaborato dalla terapista canadese Moyra Jones, per la cura della persona affetta da demenza, che persegue l’obiettivo di: “Promuovere il benessere della persona malata, inteso come migliore livello funzionale possibile in assenza di stress”. Questo non persegue obiettivi impossibili o idealistici, ma permette di costruire “progetti  personalizzati” dove il benessere è possibile e si concretizza nella relazione fra il malato e l’ambiente di vita. Per quanto riguarda l’ambiente fisico, il modello Gentle Care attribuisce un ruolo cruciale dello spazio nel piano di cura. Nell’ambito di tale metodologia il paradigma dell’ambiente protesico è individuato nella casa, poiché essa rappresenta la sintesi di molti elementi connessi con la soggettività della persona, infatti  rappresenta lo spazio di massima familiarità nel quale il suo riconoscimento e il suo significato d’uso è immediato, perché ormai introiettato, inoltre costituisce il luogo dove vengono custodite le esperienze e le emozioni più private e più significative per la vita di ciascuno.

Che risultati ha dato il metodo di cura gentile?

  • Un incremento delle abilità residue della persona malata
  • Una riduzione del comportamento disastroso
  • Diminuzione dello stress della persona malata
  • Utilizzo di risorse come i familiari da parte dell’equipe
  • Utilizzo considerandole di nuove risorse
  • Più spazi da vivere in tutta sicurezza
  • Valorizzazione delle abilità residue
  • Diminuzione dell’uso dei farmaci
  • Un miglioramento dell’efficienza in rapporto tra i costi di assistenza ed i risultati.

Il manuale di Moyra Jones mette in crisi le nostre idee circa l’età avanzata e i suoi sviluppi. I malati di Alzheimer, infatti, non si conformano a un quadro di invecchiamento normale, ma ne rappresentano il versante patologico e perturbante. È assai grave che non trovino ancora un posto stabile nel quadro del nostro sistema sanitario nazionale. Il modello Gentle Care è un rivoluzionario approccio alla cura e all’assistenza della persona affetta da demenza; attraverso una comprensione profonda delle peculiarità della malattia e del tipo di disabilità che essa provoca, riesce a cogliere e valorizzare le capacità residue, così come la storia personale e i desideri del malato, perseguendo l’obiettivo del suo benessere con un sistema in grado di sostenerlo, senza sfidarlo. Per Moyra Jones consapevolezza, affettività, creatività e senso pratico si combinano in un programma di assistenza personalizzato, che affianca il malato e chi lo assiste nel doloroso sentiero che sono costretti a compiere. Operatori e familiari sono inoltre sensibilizzati all’importanza della valutazione, quale chiave e strumento indispensabile per impostare cure efficaci. L’alimentazione, il sonno, la cura di sè, i momenti di relax, un design adeguato degli ambienti e infine l’elaborazione del lutto sono le tappe che la Jones aiuta a superare, cercando di rafforzare l’autostima e il senso di dignità delle persone malate e dei loro caregivers. Nel modello Gentle Care, pertanto, la singolarità del paziente e del sistema familiare nel quale il soggetto è inserito sono comprese all’interno del quotidiano il quale diventa l’elemento cardine del programma.            M.S. A&V

La gentilezza a parole crea confidenza. La gentilezza nei pensieri crea profondità. La gentilezza nel dare crea amore.   Mao Tse Tung

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