L’assegno di accompagnamento

Che cos’é

L’indennità di accompagnamento, o assegno di accompagnamento, è un sostegno economico pagato dall’Inps, previsto dalla legge 11.2.1980 n.18 per le persone dichiarate totalmente invalide.
Tale sostegno ha la natura giuridica di contributo forfettario per il rimborso delle spese conseguenti all’oggettiva situazione di invalidità, non è assimilabile ad alcuna forma di reddito ed è esente da imposte.
L’indennità di accompagnamento è a totale carico dello Stato ed è dovuta per il solo titolo della minorazione, indipendentemente dal reddito del beneficiario o del suo nucleo familiare. Viene erogato a tutti i cittadini italiani o UE residenti in Italia, ai cittadini extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno e per soggiornanti di lungo periodo.
L’importo corrisposto viene annualmente aggiornato con apposito decreto del Ministero dell’Interno. Il diritto alla corresponsione decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è stata presentata la domanda. Nel 2012 l’importo era di 492,97  euro per 12 mensilità.

A cosa serve

Serve a tutte quelle persone che necessitano di essere “accompagnate” affinchè possano svolgere le normali attività della vita quotidiana. In particolare:

• ai ciechi assoluti;
• alle persone che sono sottoposte a chemioterapia o a altre terapie in regime di day hospital e che non possono recarsi da sole all’ospedale;
• ai bambini minorenni, incapaci di camminare senza l’aiuto di una persona e bisognosi di assistenza continua ;
• alle persone affette dal morbo di Alzheimer e dalla sindrome di Down;
• alle persone affette da epilessia, sia a coloro che subiscono attacchi quotidiani, sia a coloro che abbiano solo di tanto in tanto le cosiddette “crisi di assenza”;

• a coloro che, pur capaci di compiere materialmente gli atti elementari della vita quotidiana (mangiare, vestirsi, pulirsi), necessitano di accompagnatore perché sono incapaci (in ragione di gravi disturbi della sfera intellettiva e cognitiva, addebitabili a forme avanzate di stati patologici) di rendersi conto della portata dei singoli atti che vanno a compiere e dei modi e dei tempi in cui gli stessi devono essere compiuti.

 Come si attiva

L’assegno di accompagnamento si ottiene presentano la domanda per l’accertamento dell’invalidità alla Commissione Medica presso la ASL di competenza territoriale, allegandola certificazione medica comprovante la minorazione o menomazione con diagnosi chiara e precisa e la dichiarazione esplicita dello stato del dichiarante, che deve essere definito “persona impossibilitata a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore” oppure che è “persona che necessita di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita”.
Per avere diritto a questa indennità, non collegata a limiti di reddito o alla composizione del nucleo familiare, il certificato di invalidità deve quindi avere indicato il codice 05 o 06. L’indennità non è cumulabile con altre indennità simili (è possibile scegliere il sussidio più conveniente), non è subordinata a limiti di reddito o di età, non è reversibile, non è incompatibile con lo svolgimento di attività lavorativa e spetta anche in caso di ricovero a pagamento in strutture residenziali.
La sussistenza dei requisiti, il non essere ricoverato in strutture residenziali oppure l’essere ricoverato gratuitamente o a pagamento deve essere auto-dichiarata ogni anno, attraverso un’autocertificazione su un modello prestampato  inviato dall’Inps al domicilio. Il modello deve essere restituito compilato entro il 31 marzo di ogni anno, anche via posta, alla propria Asl, al proprio Comune o alla Prefettura. In caso di ricovero a pagamento, è necessario allegare al modulo un’ulteriore autocertificazione attestante il nome e l’indirizzo della struttura di ricovero e l’ammontare della retta pagata.

Share

You may also like...

6 Responses

  1. Avatar Anna ha detto:

    Buongiorno…
    Mio padre a 83 anni…Con una patologia al cuore … vorrei sapere se li potrebbe sperare l’accompagnamento…
    Grazie Anna

    • AnzianiVita AnzianiVita ha detto:

      Buon giorno. Molto dipende dalla gravità della patologia e dalle condizioni fisiche e psichiche di suo padre. Sarà la medicina legale a valutare questa cosa, potrebbero anche riconoscergli una percentuale di invalidità al 100% ma non per questo riconoscergli l’assegno di accompagnamento. Ripeto, dipende da tutta una serie di condizioni. Le auguro di cuore che possano erogarglielo. Ci tenga informati.
      Grazie per l’attenzione,

      La Redazione di Anziani & Vita

  2. Avatar Roberta ha detto:

    Buongiorno, mia madre ha 83 anni, ha una patologia al cuore, per via di un glaucoma é completamente cieca, ha già avuto tre ischemie cerebrali e dall’ultima é praticamente non più autonoma ma con una costante necessità di qualcuno che provveda a lei in tutto. Mi chiedo come sia possibile che dopo la visita di revisione le sia stato sospeso l’assegno di accompagnamento. Sia chiaro che mia madre va peggiorando di giorno in giorno è certo non migliora. Le sarei grata se mi potesse dare qualche delucidazione su questo tipo di soprusi. A parte che ora si andrà per vie legali, ma secondo voi questo é un atteggiamento giusto nei confronti di persone che come mia madre stanno male e passano i loro giorni praticamente in un letto perché non più in condizioni di fare nemmeno le cose più banali della vita quotidiana. Mi scuso per lo sfogo ma tutto ciò é veramente disgustoso. Roberta

    • AnzianiVita AnzianiVita ha detto:

      Gent.ma Sig.ra Roberta buongiorno e grazie per l’attenzione che ci rivolge. In linea di massima mi sembra strano che dopo aver riconosciuto l’assegno di accompagnamento lo possano revocare. C’è un’unica condizione nella quale questo viene fatto ed è legale, in caso di ricovero ospedaliero. Per caso la sua mamma, attualmente, è ricoverata in ospedale, o in una qualsiasi altra struttura dove voi non pagate nulla? Perchè se così fosse, durante il ricovero, in qualsiasi struttura a titolo gratuito, dove voi non sostenete alcuna spesa, questo viene fatto.
      Se così non fosse allora potete fare ricorso o consultarvi con un’assistente sociale per capire bene che cosa possa essere accaduto.
      Mi faccia sapere. Cordiali saluti,
      La Redazione di Anziani & Vita

  3. Avatar Ruggiero ha detto:

    Se una persona che prende l’ac compagnamento viene ricoverato in ospedale x un intervento ha diritto alla indennita’?

    • AnzianiVita AnzianiVita ha detto:

      Gent.mo Sig. Ruggiero buona sera e grazie per l’attenzione. L’assegno di accompagnamento, in caso di ricovero ospedaliero, non viene erogato. O meglio, lei continuerà a percepirlo ma, nel 2018, l’INPS le chiederà di compilare un’autocertificazione, nella quale dovrà dichiarare gli eventuali ricoveri ospedalieri avuti nel corso del 2017. In caso affermativo, essendo il ricovero in ospedale effettuato a titolo gratuito per il soggetto, lei dovrà restituire all’INPS l’importo corrispondente ai giorni effettivi di ricovero. Le consigliamo pertanto di segnarsi bene le date e di farsi supportare da un CAF per fare i conti. Nella speranza di essere stati chiari nella risposta, restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti.
      Grazie ancora e a presto.
      La Redazione di Anziani & Vita

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.