L’infarto miocardico silente Come riconoscere i campanelli d'allarme

Il cuore è costituito da un muscolo, il miocardio, e dalle arterie coronarie responsabili dell’irrorazione sanguigna. Quando una di queste arterie si occlude, a causa di deposito di colesterolo e formazione di placche aterosclerotiche, blocca l’afflusso di sangue in un determinato distretto cardiaco provocandone un’ischemia e un infarto.
I più aggiornati dati di mortalità forniti dall’Istat ed elaborati dall’Ufficio centrale di statistica dell’Istituto superiore di sanità si riferiscono al 2013.
Le malattie del sistema circolatorio causano un numero di morti pari al 41,1% del totale dei decessi: una proporzione così elevata è dovuta in parte al processo di invecchiamento della popolazione e alla scarsa natalità che ha caratterizzato il nostro Paese negli ultimi anni.
Per le malattie ischemiche del cuore (infarto del miocardio, altre forme acute e subacute di cardiopatia ischemica, infarto miocardico pregresso, angina pectoris e altre forme croniche di cardiopatia ischemica), si registrano decessi pari al 32% circa del totale delle morti per malattie del sistema circolatorio. Negli uomini la mortalità è trascurabile fino all’età dei 40 anni, emerge fra i 40 e i 50 anni e poi cresce in modo esponenziale con l’età.
Nelle donne il fenomeno si manifesta a partire dai 50-60 anni e cresce rapidamente. Lo svantaggio degli uomini rispetto alle donne è più accentuato nell’età riproduttiva e tende a ridursi con l’avanzare dell’età. La diversità di frequenza della malattia tra i due sessi si accompagna anche alla diversità delle manifestazioni cliniche: sono infatti più frequenti nelle donne la morte improvvisa, l’infarto silente e l’angina pectoris. cuore

Tra i fattori di rischio, sono particolarmente significativi:

  • l’età (il rischio cresce con gli anni);
  • Il sesso (l’incidenza è maggiore tra gli uomini, ma dopo la menopausa il rischio si equipara);
  • la familiarità (la probabilità è maggiore se in famiglia ci sono casi di eventi cardiovascolari precoci, cioè a meno di 55 anni per gli uomini e a meno di 65 anni per le donne).

Alcuni attacchi cardiaci si manifestano in maniera improvvisa e intensa, non lasciando quindi alcun dubbio, nel soggetto colpito, di che cosa stia accadendo.
In questo caso i sintomi sono molto intensi e sono prevalentemente associati a forti dolori al petto, o allo stomaco; il dolore può estendersi anche al braccio, al dorso, alla mandibola, alla spalla e alla nuca associato a sudorazione, nausea, respiro corto e perdita di coscienza. Quando è in corso un infarto vero e proprio, molti pazienti hanno descritto il dolore al petto come il peggior dolore mai provato, accompagnato da uno stato di forte agitazione.
Molti altri, invece, cominciano lentamente in maniera subdola con lieve dolore o sensazione di disagio.
Stiamo parlando di quello che viene definito “infarto silente”. Questi sintomi non sono facilmente associabili a una malattia cardiaca ed è per questo che spesso tendono a essere ignorati o sottovalutati; chi ne viene colpito aspetta troppo tempo prima di chiedere aiuto. Si tratta dei cosiddetti infarti silenti o paucisintomatici (con pochi sintomi) che appunto non provocano dolore significativo e vengono scoperti solo se si effettua un elettrocardiogramma. Di solito avvengono più frequentemente negli anziani e nei diabetici.
Vi sono alcuni sintomi particolari che possono presentarsi isolati o più spesso associati:

  • Una sensazione di nausea improvvisa accompagnata o meno da conati di vomito;
  • Una forte difficoltà di respiro;
  • Una sudorazione fredda
  • Una sensazione di polso veloce ed irregolare;
  • Stanchezza, improvvisa ed inspiegabile.

Nei soggetti che hanno già avuto una malattia cardiovascolare o che presentano i seguenti fattori di rischio: fumo, ipertensione arteriosa, famigliarità, alterazioni congenite o acquisite del metabolismo dei grassi, alimentazione inadeguata, sedentarietà, sovrappeso e/o sono stati sottoposti a radioterapia, consigliamo, non appena si avverte qualche sintomo anomalo o poco chiaro, di rivolgersi al proprio medico e, nel caso in cui questi dolori siano particolarmente intensi, di rivolgersi al Pronto Soccorso.
Con l’aumento dell’età il rischio aumenta. Ciò vale in particolare anche per le donne dopo la menopausa.

Se si agisce tempestivamente, anche nei soggetti anziani, l’infarto può non rappresentare un rischio imminente di vita con ottime possibilità di ripresa.   N.N. A&V

“Non consumare il tuo cuore con affanni e dolori”. Pitagora

 

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